In parte biografia, in parte storia e in parte memoir, “Leone in gabbia" svela per la prima volta l'intrigante e misconosciuta storia della vita di Joseph Pilates e il rocambolesco viaggio del suo programma di esercizi noto in tutto il mondo come Pilates. A raccontarla è John Steel, avvocato, suo cliente, confidente e amico: l'unica persona, non insegnante Pilates, che in tutti questi anni ha raccontato pubblicamente la figura del fondatore del metodo da un punto di vista personale e umano.

Questa è la storia di Joseph Hubertus Pilates, un uomo pieno di talento che emigrò negli Stati Uniti a quarantatré anni senza risorse o credenziali. Non solo inventò un complesso di esercizi che oggi è praticato da più di dieci milioni di persone, ma nel frattempo si reinventò.

John Howard Steel dà vita a Joseph Pilates e al suo omonimo sistema di esercizi dalla sua prospettiva unica di studente, amico e confidente. L'influenza di Joe ha cambiato profondamente la vita di Steel; a sua volta, Steel è stato cruciale per la sopravvivenza del Metodo Pilates e dell'eredità di Joe. Il vivido resoconto di Steel ripercorre l'espansione del Pilates da piccolo gruppo di devoti praticanti, attraverso due periodi di quasi estinzione, al fenomeno globale che è oggi. Steel descrive gli anni di Joseph Pilates come prigioniero durante la prima guerra mondiale, la motivazione di Joe a creare il suo sistema di esercizi, la sua suggestiva tecnica di insegnamento e l'attrazione unica del Metodo Pilates. È davvero una bella storia.

Dalla prefazione di Emiliano Cais

Umano, questa è la prima parola che mi viene in mente se penso a questo libro. Non un Pilates tecnico, biomeccanico, già brillantemente raccontato in tanti altri mirabili testi, ma un Pilates umano, reale, forte e fragile come la vita del suo fondatore, fatta di genialità ed eccessi.

John Steel non è un insegnante e non vuole esserlo. Il suo è il racconto di un cliente, di un amico, di un confidente che ci restituisce l'immagine di un Joseph Pilates burbero, stravagante, spassoso, ma anche sinceramente preoccupato di consolidare e diffondere in tutto il mondo - senza alcun steccato elitario - un metodo nel quale aveva investito l’intera sua esistenza.

(...) in queste pagine ho trovato tutti gli aspetti che mi hanno sempre affascinato della figura di Joseph Pilates.

(...) Il genio di Joseph era unico, cristallino, paragonabile a quello dei nostri contemporanei e tanto celebrati Steve Jobs o Elon Musk, ma a differenza loro incapace di trovare negli anni della sua vita un terreno fertile per le sue idee.

(...) Anche questo traspare dalle pagine di questo affascinante libro. La figura di un tedesco in terra americana, i frutti del cui genio raccolsero in pochissimi, morto quasi da solo in una camera d'ospedale, convinto di essere davvero avanti di cinquant’anni sul suo tempo. E noi oggi sappiamo quanto avesse ragione.